sono acaro sincero, sempre fiero e guerrigliero, samurai elegante, dallo sguardo penetrante, micio dolce e acaroso, di fusare bisognoso l'acarina abbraccio tanto, la vorrei sempre al mio fianco.. stringo forte sono buono, il mio cuore fa un frastuono nel mio petto c'è calore nella pancia c'è amore la zampetta è sempre sua stretta al cuore con la mia dei suoi occhi mi innammoro la sua pelle io respiro, con le labbra poi la sfioro, e son rosso pomodoro






dove Dagon, dove Hydra, dove..
dove è silenzio, armonica senza suono,
dove non c'è fiato..dove è esile soffio,
cuore di vetro, voce senza voce,
dove è l'albero di Giuda...
statua di sale, dove è carta, teatro
sirena, canto... dove,

dove, in nessun dove e ovunque, tu sei..
a perdere piume, colore, mutare sapore,
dove respiro è senza respiro,
dove è danza, maschera, plastica,
dove pelle bacia pelle, dove non ci sei..

dove Dagon, dove Hydra, dove...
dove delfino bianco divora leone,
dove è sorriso, fiore appassito,
dove è suono non suono...
dove e ovunque tu sei e scegli me,
senza scegliere, dove è scorrere..

dove, in nessun dove e ovunque, tu non sei..
dove è Re, Scimmia...Re Mi Fa quello che vuole,
dove onda bacia onda,
dove è battito, anomalia, farfalla...
dove Anima, in nera nube,
esplode nel ballo del lampo,
come foresta di nuvola e luce,
di notte buia, troppo buia
di dannazione, pace...

dove il sole respira, ma la luna non c'è..
dove la luna respira, piange un po... aspetta il suo Re...
dove Dagon, dove Hydra, dove...

dove, in nessun dove e ovunque, tu sei..

bz

























involo.. di nere nubi,
occhi in vortice e silenzio..
di sarcasmo, rido ebbro
mentre a me, dissonando precipito
nella realtà a metà,
di un bicchiere di assenzio..

cado.. non so cadere, di me, per te c'è fuoco cieco
ascolto sordo, del suono, un ritorno, l'eco...

chi osserva, implora, esplora, adora, prigioniera
volti di virtù, congiure di poeti...
mentre oscillano ambigui come pendoli,
davanti a te.. di re... strane note, amuleti...

come Cao, nudo, il demone irrequieto,
non ancora, è sazio
di poesia, il vizio,
di suoni e l'orbo spazio,
senza poi nemmeno dover pagare dazio...

cado.. non so di cadere, in me, per te c'è amore, gioco
ascolto sordo, del suono, un ritorno, l'eco...

ti cerco, provo, perdo,
respiro un bacio, poi un dispetto...
mi giro e giro su me stesso
son giullare, galeotto...

involo, libero, di nere nubi,
occhi in vortice e silenzio...
bz akira santjago


16/03/2007

a Bad Trip (scomparso recentemente) ...non lo conoscevo,
ma condividevo il pizzetto e un certo tipo di passione...

santjago aveva 31 anni. Originariamente era stato
classificato come uno schizoide idrocefalo, ma quando
aveva raggiunto l'età di 28 anni i rilevatori psichici
avevano identificato il talento della visione, sepolto
sotto i tessuti del suo cervello malato. All'età di 30 anni
il talento aveva raggiunto uno stadio utile... a ogni modo,
santjago era rimasto immerso nel caos senza senso
dell'idiozia schizoide; la speciale virtù aveva assorbito
tutta la sua personalità.... ora mormorava tutto il giorno,
vegetava scrivendo alla tastiera, imprigionato alla sua
sedia dall'alto schienale, mantenuto in posizione rigida con
bande metalliche e fasci di cavi collegati con elettrodi. Le
sue necessità fisiologiche venivano espletate automaticamente
la sua mente era offuscata, persa fra le ombre...

Se in cielo le nubi si danno la mano,
se brontola un tuono lontano lontano,
se un lampo improvviso ci ha un po' spaventati,
la pioggia ha deciso di scender sui prati.

(santjago recita la poesiola e danza ignudo
indossando solo un tutù bianco... non curandosi
minimamente dello sconcerto dei presenti,
alza più volte il tutù, mostrando le ENORMI
e GIREVOLI gonadi....)

le istituzioni internazionali, vedi WTO, Banca
Mondiale,FMI, hanno un ruolo fondamentale nel processo
di privatizzazione delle risorse.

WTO
Banca Mondiale
FMI

meccanismo teorico : l'istituzione di turno rifiuta di
garantire un prestito, che è spesso vitale per le sorti
economiche e le riforme di certe nazioni, magari in via
di sviluppo, ricche di risorse e facili da depredare, a
meno che non fai quello che "lei dice"... quello che lei
dice si chiama "piano di aggiustamento strutturale" e
comporta sempre l'entrata di privati, nella maggior
parte dei casi multinazionali occidentali, nei settori
gestiti dal pubblico...direttive neoliberiste,
liberalizzazioni...

La pioggia fa bene agli alberi e ai fiori,
pulisce le foglie, ravviva i colori.
"Se piove mi bagno!" – borbotta una zucca.
"La pioggia la bevo!" – muggisce una mucca.

(santjago sbatte la testa incessantemente
contro il muro, il muro si rompe... i poteri
mistici del Qi Cong... raggiunta "l'illuminazione"
da impatto e stordimento, inizia un dibattito
articolato sul tema dell' "anticipazione dell'avversario,
Tai No Sen" con il suo amico immaginario
Miyamoto Musashi)

le istituzioni internazionali sudette sono ovviamente
colluse con questi forti poteri economici trasnazionali
e di conseguenza con i governi nazionali delle
grandi nazioni mondiali

esempio reale : Nel 1998 la Banca Mondiale rifiutò di
garantire un prestito di 25-milioni di dollari USA per
il miglioramento dei servizi idrici a Cochabamba, la
terza città della Bolivia, a meno che il governo non
avesse venduto il sistema idrico pubblico al settore
privato e passando i costi ai consumatori. Fu presa in
considerazione solo un'offerta e il servizio fu
affidato ad una filiale di un gruppo guidato dalla
Bechtel...

"Con l'acqua ci faccio montagne di ghiaccio,
son freddo e pungente, a molti non piaccio.
Imbianco di neve la terra ed il cielo,
arrivo d’inverno, mi chiamano gelo."

(santjago alterna fasi di agitazione psico
motoria a stati di rigidità catatonica,
sarebbe opportuno approfittare sessualmente
della di lui persona nelle fasi di rigidità...
sesso sicuro, presentarsi equipaggiati di casco e
cintura di sicurezza...)

Di tutta l'acqua presente sulla terra, che è il 97.14%
della quantità totale di acqua superficiale, solo il
2.59% è costituito da acqua dolce. Di questo 2.59%
un'altra percentuale è intrappolata nelle calotte di
ghiaccio e nei ghiacciai, circa il 2%. Il resto
dell'acqua dolce è acqua freatica (0.592%), o acqua
direttamente accessibile in laghi, corsi d'acqua,
fiumi, ecc. (0.014%) si puo' concludere quindi che meno
dell'1% della riserva idrica presente sulla terra può
essere usato come acqua potabile.

Oggi, circa un miliardo di persone non ha accesso
all'acqua potabile e dal 2025 almeno 3 miliardi di
persone in 90 paesi differenti avra serissimi problemi.

"Con l'acqua mi lavo la faccia e le mani,
mi lavo quest’oggi e mi lavo domani:
mi lavo anche il collo, le orecchie ed i denti
e i miei genitori sorridon contenti."

(santjago piange come un bambino a cui è
stato rubato il pallon...ops...a cui
è stato rubato il Game Boy Advance SP Tribal
con schermo retroilluminato a matrice attiva.)

Nel gennaio del 1999, prima ancora di aver esposto la
sua insegna, la compagnia annunciava il raddoppio dei
prezzi dell'acqua. Per la maggior parte dei Boliviani,
questo significava che l'acqua sarebbe costata più del
cibo; per le persone a salario minimo o disoccupate, la
bolletta dell'acqua era cresciuta improvvisamente a
circa metà del loro bilancio mensile.

“Nell’acqua respiro!” – sussurra un bel pesce –
“Nell’acqua si entra, dall’acqua si esce.
Spruzzare gli scogli, guizzare, nuotare:
son tante le cose che in acqua puoi fare.”

(santjago esce in balcone, e inizia a percuotere
una pentola con un mestolo, esternando solidarietà verso
il Sud America, poi imprecando, lancia la pentola e il
mestolo cercando di colpire la signora anziana vicina di
casa, nota frantuma-palle cieca e sorda, moglie di
un militare, che ama prendere a male parole
tutti gli extracomunitari)

Ulteriore affronto, la Banca Mondiale ammetteva il
monopolio per i concessionari privati dell'acqua,
annunciava il suo sostegno ad una valutazione
dell'acqua a pieno costo, agganciava il costo
dell'acqua al dollaro USA e dichiarava che nessuno dei
suoi prestiti poteva essere usato per sostenere i non
abbienti per i servizi idrici. Tutta l'acqua, anche da
pozzi della comunità, aveva bisogno di permessi di
accesso, ed i contadini e i piccoli coltivatori diretti
dovevano addirittura comprare i permessi per
raccogliere l'acqua piovana sulle loro proprietà...

“Gli uomini spesso mi guardan con rabbia,
son umida e grigia, mi chiamano nebbia.
Nascondo le strade, le case e le piante,
il sole, la luna, le stelle e la gente.”

(santjago in pieno delirio di riferimento,
guardando la televisione, intavola discussioni
multiple con noti personaggi televisivi,
litiga con tutti, anche con Vittorio Sgarbi!!!,
dopo aver litigato con Bruno Vespa seguendo un
impulso indotto, sciovinista, compulsivo, consumistico,
incontrollato, corre in edicola a comprare tutta
la collezione delle miniature Gli Alpini -
Storia/Uomini/Uniformi, ma solo perchè non avevano
un plastico della casa di Cogne...)

Cosa poteva fare chi non aveva lavoro o disponeva di un
salario minimo dai 60 agli 80 dollari e doveva pagarne
30 per bere? Poteva solo ribellarsi o morire.
All'inizio, il movimento era prevalentemente composto
da campesinos, obbligati a pagare alle multinazionali
l'acqua del pozzo che utilizzavano da sempre per
irrigare i campi, ma con il tempo la partecipazione è
cresciuta e dentro ci sono attualmente anche studenti,
operai, professionisti. Per contrastare le crescenti
privatizzazioni delle risorse idriche, nel 1999 nacque
a Cochabamba in Bolivia il Coordinamento per l'acqua e
per la vita. La Coordinadora come viene chiamata,
raccoglie istanze diverse della popolazione povera
urbana e contadina, impegnata in varie strategie di
sopravvivenza, dalle autoriduzioni delle bollette, alle
occupazioni di strada. Il suo portavoce è il fotografo
Cardosos che usa la sua arte per avvicinare le persone
ai movimenti politici e per svelare i grandi piani
neoliberisti.

"Trasporto le briciole e faccio fatica,
son sporca e sudata, mi chiaman formica.
Per essere allegra mi basta una goccia,
così finalmente mi faccio una doccia!"

(4 del mattino : santjago scende le scale
nudo il più velocemente possibile, arriva
al piano terra, suona il suo citofono, e risale
le scale, il tutto per dimostrare che è un
vero uomo... durante la risalita, impatta
violentemente contro il padrone di casa)
"in Andrea Giugno we trust & love"

Il 10 aprile 2000, centinaia di migliaia di persone
marciavano verso Cochabamba per una protesta
anti-governativa. Il governo ha fatto marcia indietro,
ordinando la cessazione del monopolio assoluto su tutte
le fasi della sua gestione alla compagnia "Aguas del
Tunari", fantoccio della transnazionale estera,
Bechtel, a cui ha intimato di uscire dalla Bolivia.
Successivamente ha revocato la legislazione sulla
privatizzazione dell'acqua, prevedendo il diritto per
la Coordinadora di cogestire l'Azienda dell'acqua,
rimasta pubblica.

Io nasco in montagna, tra i fiori saltello,
poi scorro tra i prati: mi chiaman ruscello.
Crescendo rinfresco le piante e la gente,
rimbalzo tra i sassi: mi chiaman torrente.

(il problema di santjago, non è un
problema di deterioramento funzionale,
ma di competizione tra emisfero destro ed
emisfero sinistro, dovuto ad assuefazione da
distorsioni narcotico strumentali di tipo
mediatico culturale)

Quella di Cochabamba, è stata una
prima vittoria contro i mercanti dell'acqua. In un mese
e mezzo di scontri, occupazioni, blocchi stradali, sono
riusciti a cacciare dal paese le multinazionali. Una
vittoria pagata a caro prezzo, però. Dei militari
armati, vestiti da civili, hanno sparato sulla folla,
ferendo 80 persone e uccidendo un giovane di 17 anni.
Ma significativo rimane il fatto che la popolazione
unita e guidata ha sconfitto i piani di privatizzazione
di Banca Mondiale e multinazionali.

"Disceso in pianura, pian piano rallento,
mi allungo, mi allargo, un fiume divento.
Adesso nessuno mi può più fermare
e scivolo verso l’abbraccio del mare."

(santjago è stanco e ha sete,
apre il rubinetto e beve acqua,
santjago è felice....)

santjago


la proto-scimmia
arrampicandosi
frettolosamente sul
suo ramo in fiore...
si agita, frenetica,
e urla...urla pazzia...

da quel ramo, riesce a
vedere...

intorno è come...
come un televisore rotto,
un turbine di punti
bianchi e neri...
di respiri fermi...
di odori strani...

è snow crash...

cè un tempo perfetto
per fare silenzio...
per riprendere colore...
il mio colore, in
una goccia di
sangue arterioso...

schermi vuoti
diffondono venefiche
distorsioni catodiche
e alterazioni cancerogene

è snow crash cerebrale
indotto, strumentale...

cè qualcosa...
qualcosa di nuovo, si muove,
e ho ancora sete...
la stessa sete
di sempre...

in quell'isola
su quel ramo, il lemure
continua a urlare,
...è solo
salta e urla...
urla...urla amore...

altri primati
raggiungono il loro
ramo fiorito...
e si voltano a guardare il sole..

è malattia delirante
morbo che dilaga,
pandemia paranoica
è snow crash inverso,
inquietudine da risveglio
fascinazione cromatica...

è snow crash

bz akira santjago


Prima di tutto devi usare le orecchie per togliere agli occhi una parte del loro fardello. Abbiamo usato gli occhi per giudicare il mondo fino dal giorno della nostra nascita. Agli altri e a noi stessi parliamo di cio' che vediamo. Il guerriero ne è consapevole e ascolta il mondo, ascolta i suoni del mondo... Carlos Castaneda

come lo specchio, suoni d'amore rifletto...

prendi me, vieni adesso,
prendi me... e al piu presto...

credere alla sorte, le mie gambe sono aperte,
vieni qui.. terremoto, nuoto e vedo, tra l'onda e un coito,
volare.. farfalle del caos e lontano all'orizzonte, un maremoto...
inchioda me, diavolo, sulla croce della città
di Ipocrisia... tra lacrime di fosforo bianco,
io, sbilenco, spiro, ispiro, mi alzo, arranco...

prendi me, vieni adesso,
ama me... e al più presto...

infetta me... di malattie per vendere vaccini,
è ora di colazione? latte in polvere per bambini!
un illusione che muore in un vortice emozionale di
una deliberata operazione di eugenetica multinazionale...

ma prendi me..
si, prendi me, vieni adesso,
su di me.. e al piu presto...

piove radioattiva, grassa eresia, grassa, mentre Dio è li..
mangia cenere da una fossa...
non cè cura a questa pornografia.. un altro me,
avversa difforme la follia del re globalista..
e danza nudo, davanti all'ingresso...
del castello di un sovrano matto
dove l'occhio orbo che vede, guarda fiori che appassiscono,
e poi fa crollare tutto...

prendi me, vieni adesso, fotti me...
al più presto...

prega te.. religioni per odiare,
penetrare e infine manipolare
diffondi in me, ideologie virali per separare
e idoli carismatici da venerare...
per finire e per morire, rendi me, docile, servo, servile,
automatico, edulcorato, dolcificato... allo zucchero bianco
industriale, assuefatto a un malanno soporifero
che avvelena lento e conduce in quell' oscuro mistero,
il verme senz'ali, inerme, verso il covo infero di messere Lucifero...

prendi me, vieni adesso,
demone nero... e al più presto...

ma lame di vita, per te, affilate, impazienti, aspettano..
tra mani di occhi di bambino, sincere, ammettono
e in una notte buia senza luna, note d'amore, riflettono...

bz akira santjago


La via dell'uomo reale è quella del guerriero, di colui che intraprende la guerra a tutti i livelli e prima di tutto la guerra contro se stesso...
Gurdjieff

aggrappato con una sola mano, il buio intorno, interiore,
nuvole nere a coprire la volta celeste.. sotto di lui a 50m
l'oscurità e il ruggire rabbioso di un fiume, il respiro
debole e rigoli di sangue a colorare di rosso cupo il braccio
ferito.. il tachi smarrito in quell'abisso di tenebra...

dolore alle dita...

dall'alto una risata beffarda si prendeva gioco
di lui come solo il fato capriccioso può fare.
Un'entropia meccanica inconscia che sembra senziente,
malevole, partecipe, appare, sembra viva, ma è solo
disordine collettivo automatico... C'era Akira che
voleva vivere, che aveva paura, aggrappato allo sperone
roccioso con gli ultimi frammenti di volontà, aggrappato
al furioso dolore alle dita... e un Akira che sprezzante,
voleva cadere, volare, morire...

Quel ghigno sardonico dall'alto, quello sguardo
maligno ed eccitato dalla tortura, mentre con
la punta dello stivale continuava a lacerare
le sue dita... quell'eccitazione sonnolenta...
In quegli occhi un altro suo io lontano, ormai
piccolo e dormiente... un frammento di totalità egoista,
una tirannia che non vedeva, miope a se stessa...
Avrebbe potuto in un colpo di coda improvviso e rabbioso, 
slanciarsi con l'altro braccio, afferrarlo a una gamba, 
trascinarlo con se nell'abisso o recuperare la superfice, 
l'altra sua lama e piantargliela nel petto, agire, ma in quel momento 
gli sembrò tutto inutile, senza senso, si lasciò sedurre dalla morte e 
allentò lentamente la presa... cadde... cadde 
come addormentandosi, volando in quel vortice nero, mentre 
ad attenderlo c'era l'ira del fiume e la signora con la falce...

non dormire, ma arrendersi...

volava, cadeva... senza che tutta la sua vita scorresse
come un film nella sua mente ma assaporando ogni istante
del volo... consapevolezza, residui di adrenalina, nella sua mano,
il wakizashi, macchie di sangue fresco... cadeva, vorticando,
volava e vicino a lui in caduta libera, precipitava il corpo
immobile dell'uomo che prima dall'alto lo aveva torturato e deriso...

e nella resa, vincere....

non aveva avuto il tempo di reagire al suo ultimo
gesto d'amore guerriero...

veloce come un gatto nero, occhi verdi, era riuscito
a risalire in superfice afferrando gli arti inferiori
dell'uomo e subito, felino, facendo sua
la piccola lama inerme sul terreno, aveva colpito a morte e lacerato
il beffardo nemico capace in quell'istante di rendersi unicamente
conto di quanto piccolo fosse difronte alla paura della morte...

in quegli attimi, in quegli ultimi respiri di consapevolezza
per loro estremamente diversa, i due persero l'equilibrio
precipitando nell'abisso....

C'era Akira che voleva vivere, che aveva paura, aggrappato
allo sperone roccioso con gli ultimi suoi frammenti di volontà,
aggrappato al furioso dolore alle dita... e un Akira che sprezzante,
voleva cadere, volare, morire...

e c'era un Akira che... sprezzante alla morte, si arrendeva.. amando
ogni respiro della sua vita...

l'oscurità divenne rabbia schiumosa, oblio silenzioso,
freddo tenebroso....

Akira... apri gli occhi.. verdi e obliqui
, non vedeva nulla... ma era ancora vivo...
la piccola lama... nella sua mano...

bz akira santjago
Marija Damjanovic

"Dove sta il diavolo c'è Babilonia. Ma il diavolo non ha alcun potere su di me: quando viene da me gli stringo la mano. Jah mi protegge, Lui ha detto: Non temere, non aver paura". Bob Marley

luci nere bruciano, nella città di Babilonia...
messe nere bruciano, come occhi del cieco, dischiudono...

tra code di serpente, di idoli corrotti, profeti terminali,
le falene cadono, in una pioggia di cenere ipnotica,
di povera stupidità... chimica, semiotica
e sul letto, una donna appassita, violenta la vita nemica
e con i capezzoli gioca..

cuore di corvo, indigena luna, rischiara, aiuta
sputa in una mano, poi incerto... si inchina, saluta...
orbo, sorride e guarda in un occhio nascosto, lontano,
e con lo sguardo, ama, rifiuta paura, veleno...

del diavolo un sussurro, in un bisbiglio rauco
si offende, dormiente, la tenia nello stomaco
mentre muore il prete che non ha mai vissuto la
sua preghiera e questo cielo serico, di rima cristallo,
pensiero alcolico e cuore metallo...

e vivo un giardino di isometrica poesia,
che cresce saturo d'amore e senza malattia
tra il miagolare notturno, di amante felino e
il pulsare incessante di un intuito, che monta divino...

inchiostro nero, nasconde la pelle, diffonde il virus di questa rabbia sana,
per le strade del controllo, tra mura di una paura malsana,
di una città che dorme, decade e muore nella sua nudità oscena,
di scarlatta puttana...

luci nere bruciano, nella città di Babilonia...
luci nere bruciano...
piedi di argilla e ferro... disgregano...

messe nere bruciano, come occhi chiusi, non vedono,
e poi... e poi, dischiudono...

e lui è li, braccia aperte, occhi chiusi verso
un'indigena luna, respira luce, illumina, spezza la catena...
indigena luna, cuore di corvo, vive, respira su Babilonia...

(a un amico affine che non cè più)

bz akira santjago

Ingredienti "Indigena Luna" :
- isometrie notturne
- fusa di gatto
- Megadeth, Black Sabbath


mi fermo un attimo a guardare, mi guardo intorno e mi chiedo...cosa vedo e se sono cieco.. o forse orbo in un mondo cieco, rotolo rotolo e mi piace rotolare, deviare, respirare e mentre respiro immaginare...

vorrei essere un punto... scomparire mentre intorno il mondo scompare, vomitare, vomitare su di me per te.. processi occlusi, fermi e infine morti, vomitare e abbandonare...

occhi blu di Persia... il colore della transizione, della metamorfosi e della fascinazione... e vedo.. vedo uno spettacolo di inaudita stupidità, mi trovo diviso, inviso alla massa, alla mediocrità, diviso in me stesso e affogo, affogo in gradazioni
alcoliche e dissonanze emotive distratte, abilmente ritratte in quadri mondani piacevoli, confusi e illusi...

è un suono malato, sporco che mi toglie il fiato.. mi ritrovo a giocare con la mia mente semplice che cerca la semplicità, tra ossessive incontinenze e bizzarre maschere di incubi malati che nascondono fiori ormai appassiti o mai nati...

e sento il profumo meraviglioso di quel fiore incontrato per caso, attratto, ne sono irrimediabilmente attratto, si nasconde, si chiude in se, muta colore e cambia la pelle... ma incanta, continua a incantare e confonde... e la sua è magia, la magia di luci che infrangono lo spazio della vista... scuotono, ipnotiche...
e il mio cuore si spacca...

sono ubriaco... demoni cornuti con gambe di legno si inseguono nel buio tra serpi e litanie, nudo e ubriaco, gioco... gioco la notte sui tetti degli spazzacamini tra antenne distorte, contorte che diffondono pazzie, malattie e la mala sorte... e non è ben chiaro...

non è ben chiaro se tra me e te... non è ben chiaro se tra me e me... non è ben chiaro... tutto è confuso, confuso da te, da me in una confusione reciproca che si insegue come un gatto che ferisce e insegue in circolo le nove code di questa follia vera dalle ali di cera...

e la mia è febbre... non posso stare qui, non vuoi piu stare qui...e sono ancora qui, perso in un verso, in un dilemma perverso, perso, diverso, in un percorso senza piu corso... mentre il mio cuore è arso... arso nel tuo amabile e meraviglioso universo...

come un pugno allo stomaco... ingoio rospi, posso solo ingoiare rospi, grossi rospi rossi, come massi... tu sei forte.. mi ferisci... ape regina e i tuoi servi fuchi, voglio il tuo miele e mangiare il tuo cuore, sono sospeso tra aride nuvole, gozzoviglio con le favole... e nello stomaco... nello stomaco solo amaro e
dolce fiele...

"prendi la mia mano e vieni via... ti porterò lontano...
bevi... bevi la mia febbre..."

bz akira santjago


la scimmia ripete, la scimmia fa...
la scimmia non pensa, legge qua e la...
la scimmia matta allora che fa?
salta più in alto, la scimmia matta
salta più in alto, salta più del gatto
ti prende la mano, la scimmia matta,
salta più in alto e senti calore
e a nessuno importa se poi cè dolore...

la scimmia dorme, la scimmia fa...
la scimmia non vede, sbadiglia qua e la...
la scimmia matta allora che fa?
salta più in alto, la scimmia matta,
salta più in alto, corre più del ratto
ti fa la sveglia, la scimmia matta,
salta più in alto, gioca con le lancette
fino a che Morte glielo permette...

la scimmia ripete, la scimmia fa...
la scimmia non scimmia, mangia qua e la...
la scimmia matta invece che fa?
salta più in alto, la scimmia matta
salta più in alto, sputa giù nel piatto...
salta più in alto e poi danza con il morto

la scimmia muore, la scimmia fa...
la scimmia non parla, fotte qua e la...
la scimmia matta allora che fa?
salta più in alto, la scimmia matta
salta più in alto, con il cuore rotto..
ti regala un fiore, la scimmia matta,
salta più in alto e non cè livore
poi si volta, svanisce e rincorre l'amore...

respira aria, respira vita...
la vita in ogni respiro...

bz akira santjago


demone dona, mangia cuore.. a me...
angelo nero, in volo verso.. te...
blu.. sangue blu...
scorre vivo, in rima.. a testa in giù...

debole, condensa il respiro...
calice pieno.. nettare.. di Sirio...
porpora, la tua carezza.. porpora...
spora, sperpera, ingoia.. incorpora...

nel quadro, il cuore, di vetro il mondo.. è girotondo...
nel pozzo, il pazzo, di petali.. il fondo...
non spero, non ero, muoio, è buio.. mi sveglio libero...
angelo nero, ali di piaghe, la cura.. è amore vero...

Rosetta di stele, un fiore.. lo stelo...
demotico cade, di basalto.. il cielo...
fonetico il suono, aritmico.. è un battito...
porta via, di mio, il cuore.. in un attimo...

demone dona, mangia cuore.. a me...
angelo nero, in volo verso.. te...
alzo il volto, io volto.. le spalle alla viltà...
lame affilate, autopsia dell'assurdità..

angelo dona, in volo verso.. il se...
demone nero, mangia cuore.. e sei re...

bz akira santjago


c'è il giullare in televisione,
morde la noia e esplode un cannone,
il cannone si accende sul tetto
bacia la rosa e si sveglia un po matto,
viene giù il matto e parla d'amore,
apre le porte e fa a pezzi il suo cuore...

canto di luna, che sogna, che sogna, si sveglia, si sveglia, si perde in un
fiore
morte di petali, carta, sorrisi, sorrisi di seta e un po di dolore
morte di petali, carta, sorrisi, sorrisi di seta e spire d'amore

un porto di mare, una gabbia di matti
morde la noia e borse di occhi
borse di occhi che rubano cuori
bacia la rosa e c'è il ladro di fiori
il ladro di fiori gioca col torto
sorride, lui irride e poi cade storto

canta alla luna, corre, rincorre, non trova più il gallo e balla il suo ballo
aspetta, si ferma, si volta, si ferma, sente più forte e beve il suo
sballo
aspetta, si ferma, si volta, si ferma, irride la sorte.. è il canto del merlo...

c'è un uomo di paglia che gioca col mitra
morde la noia.. è un castello di pietra
castello di pietra sulla collina
bacia la rosa e c'è una bambina
la bambina di incanto, canta da sola
vive, respira, respira una favola..

canto di luna, si veste, si sveste, cambia colore lo uccide la peste
ha una corona di suoni diversi, suoni, poeti e amanti di feste
ha una corona di suoni diversi, suoni, poeti e vino dell'oste

c'è il sedicente con il giornale
morde la noia e c'è il cardinale
il cardinale non se ne accorge
bacia la rosa, poi fa le orgie
lui fa le orgie parla di niente
va piu veloce ma è lento e perdente

canta alla luna, timido, impavido, sfida la sorte, lui fa la corte...
è un paroliere, lui si diverte, ruba le perle, scopre le carte
è un paroliere, lui si diverte, apre le gerle ed è la sua morte

bz akira santjago